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Sono stati mostrati al congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) i risultati dello studio SOLO-1, il primo a valutare la terapia di mantenimento con Olaparib, inibitore di poli ADP-ribosio polimerasi-1 (PARP-1), dopo chemioterapia a base di platino in carcinoma ovarico avanzato con mutazione BRCA1/2.
Dei 391 pazienti arruolati nello studio con carcinoma ovarico in risposta completa o parziale dopo chemioterapia, 260 hanno ricevuto una compressa di Olaparib da 300 mg due volte al giorno per due anni e 130 il placebo (un paziente non ha ricevuto il placebo). L'analisi di free-progression survival* ha mostrato una riduzione del 70% nel rischio di progressione tumorale o morte nei pazienti trattati con Olaparib rispetto al placebo. Inoltre, non vi è stato alcun cambiamento clinicamente rilevante nella qualità della vita tra i gruppi, e il dosaggio è stato ben tollerato con solo il 12% dei pazienti che ha interrotto l'assunzione di Olaparib a causa della sua tossicità. Nonostante sia necessario più tempo per valutare benefici nella overall survival**, questi risultati mostrano come il trattamento sia efficacia, ben tollerato dall'organismo e promettano di migliorare gli attuali trattamenti dei carcinoma ovarici con mutazione BRCA. Link originale del congresso ESMO *Progression free survival: Sopravvivenza libera da progressione tumorale. Il periodo di tempo durante e dopo il trattamento durante il quale un paziente vive con la malattia ma non peggiora. **Overall survival: Sopravvivenza globale. Il periodo di tempo che intercorre tra la data della diagnosi o l'inizio del trattamento durante il quale il paziente è ancora vivo.
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10/14/2018 Un Progetto Scientifico per lo Sviluppo del Sulcis Iglesiente: Veleno d'Api come Potenziale Agente AntitumoraleRead Now
Il 2 novembre a Cagliari, presso la Sala Convegni Fondazione di Sardegna, e il 3 novembre a Domusnovas, presso la Sala del Consiglio Comunale, sarà presentato il progetto “Un possibile piano di sviluppo per le aziende del Sulcis-Iglesiente: nanotecnologie per la valorizzazione del veleno d’api come potenziale agente antitumorale”.
Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna e coinvolge l'azienda agricola Domus Api, specializzata in produzione di miele e derivati, il Dipartimento di Chimica e Farmacia dell'Università di Sassari, e le aziende Nanomater e Kitos Biotech. Studi precedenti pubblicati su riviste scientifiche internazionali hanno mostrato le potenzialità citotossiche del veleno d'api. Scopo del progetto è sviluppare una nuova formulazione che possa massimizzare gli effetti del veleno sulle cellule tumorali con effetti minimi sulle cellule normali. Kitos Biotech si occuperà di valutare la citotossicità delle nuove formulazioni su modelli tridimensionali tumorali. La Dott.ssa Irene Marchesi, CEO di Kitos Biotech, interverrà al convegno per illustrare i vantaggi delle colture cellulari 3D nello studio di farmaci oncologici. Lo studio coinvolge soggetti di altissimo profilo scientifico con competenze diverse e complementari per l'esecuzione del progetto stesso, e siamo felici di essere stati coinvolti. Inoltre, la possibilità di contribuire allo sviluppo della zona del Sulcis, nella regione Sardegna che ci ha accolto a braccia aperte credendo in noi e nel nostro valore, ci riempie di orgoglio. |